"La strada è
quella del dialogo, non quella dell'aut-aut, ma gli stadi debbono essere un
luogo di aggregazione, non di pseudo minacce. E' un problema di tutti. L'immagine
che è stata data al mondo non ci rappresenta. Tutto il Paese va coinvolto, altrimenti
Fifa e Uefa ci fermeranno come successo con gli inglesi. I fischi all'Inno di
Mameli? Ho provato delusione e amarezza". (Cesare Prandelli – da “Televideo
Rai” 05/05/14)
Questo il
virgolettato dell’allenatore della Nazionale, Prandelli dopo i fatti di sabato
sera scorso 03/05/14 in occasione della finale di Coppa Italia.
Alcune mie note a
margine:
"La strada è
quella del dialogo, non quella dell'aut-aut..” ma scherziamo? Dialogare con
Genny ‘à canaglia… no, caro signor Prandelli. La strada è quella della
repressione. Punto e stop. Nessun dialogo, nessun cedimento: ci sono delle regole
di convivenza civile. Esse rimangono valide anche in uno stadio. E ogni
deviazione deve trovare la giusta e sacrosanta repressione. Punto. O si hanno
le palle per intervenire in tal senso o si fa un altro mestiere.
“…gli stadi debbono
essere un luogo di aggregazione, non di pseudo minacce..”: definire ‘pseudo’-minacce
quelle viste l’altra sera in tv è il solito tentativo di smorzamento dei toni
tipico dell’Italia pallonara che non ha il coraggio né le viene attribuita la
responsabilità (morale ma anche oggettiva) per contribuire a debellare
definitivamente il fenomeno degli ultras.
“E' un problema
di tutti.” – ma stiamo scherzando??!! Nella fattispecie è solo un problema del
mondo del calcio e il mondo del calcio se ne deve fare carico.
“L'immagine che è
stata data al mondo non ci rappresenta” – ancora una volta si sminuisce
pensando al problema di immagine piuttosto che a quello di ordine pubblico: ma
scherziamo? Ma ci siamo resi conto del problema che abbiamo davanti?
“Tutto il Paese
va coinvolto, altrimenti Fifa e Uefa ci fermeranno come successo con gli inglesi”
– qui il problema sembra che si fermi il calcio con il suo giro di miliardi e
di fanfaroni che altrimenti dovrebbero cercare un lavoro. E non si pensa che il
problema sia piuttosto il fatto che c’è gente che attorno o dentro agli stadi
si spara, si accoltella, si pesta, che a volte ci scappa il morto (anche tra le Forze dell'Ordine in servizio)… Ma ben vengano allora Fifa e Uefa a porre
fine a questa follia, se nessuno in Italia ha abbastanza palle per farlo.
Quello che nemmeno il presidente del consiglio, seduto in tribuna con la famiglia, non ha ritenuto di fare, magari esercitando un'abuso di autorità (cosa che peraltro gli è abbastanza familiare, dopo tutto). E nemmeno una presa di posizione netta e definita a mezzo twitter, lui che cinguetta su mille e mille cose a raffica...
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