Be’ lo scudetto dell’hockey ghiaccio è tornato a parlare veneto, anzi no: parla cimbro! Comunque il senso è quello… Asiago si è messo dietro le corazzate altoatesine, in primis il Renon che non riesce proprio a vincere una finale neanche a morire. Poi il Brunico, dominatore quasi incontrastato della regular season. E il Bolzano del presidente-tonante Dieter Knoll, potente ma con il Palaonda ancora troppo vuoto e che agognava un secondo triangolino tricolore per cercare di riempire gli spalti.
Invece l’ha spuntata l’Asiago di Parco, dei Bellissimi, di Strazzawood e di altri giovanotti. E l'hanno anche spuntata sulle idiozie della classe arbitrale della Federazione e a dispetto delle provocazioni di una mascotte tredicenne pusterese...
Mi ricordo nel 2007 dopo un Asiago – Alleghe che i Leoni avevano perso in casa malamente, parlando con un tifoso-dirigente asiaghese gli avevo detto: “Dovete fare qualcosa per questa squadra: non è giusto né bello vederla relegata in fondo classifica. Non se lo merita”. La risposta fu: “Non ti preoccupare: stiamo lavorando con i giovani”. Detto – fatto eccolo qui l’Asiago, con i suoi giovani locali fatti maturare (forse old-Alleghe style) attraverso un paio d’anni di purgatorio, i suoi stranieri ben acquistati (Heinrich e Bellissimo il portiere su tutti), Parco a fare da “chioccia” e da allenatore in campo.
E noi Civette lì a guardare la gloria altrui che potrebbe un giorno diventare anche la nostra. Prendiamo allora esempio dai Cimbri. Ne vale la pena!
Invece l’ha spuntata l’Asiago di Parco, dei Bellissimi, di Strazzawood e di altri giovanotti. E l'hanno anche spuntata sulle idiozie della classe arbitrale della Federazione e a dispetto delle provocazioni di una mascotte tredicenne pusterese...
Mi ricordo nel 2007 dopo un Asiago – Alleghe che i Leoni avevano perso in casa malamente, parlando con un tifoso-dirigente asiaghese gli avevo detto: “Dovete fare qualcosa per questa squadra: non è giusto né bello vederla relegata in fondo classifica. Non se lo merita”. La risposta fu: “Non ti preoccupare: stiamo lavorando con i giovani”. Detto – fatto eccolo qui l’Asiago, con i suoi giovani locali fatti maturare (forse old-Alleghe style) attraverso un paio d’anni di purgatorio, i suoi stranieri ben acquistati (Heinrich e Bellissimo il portiere su tutti), Parco a fare da “chioccia” e da allenatore in campo.
E noi Civette lì a guardare la gloria altrui che potrebbe un giorno diventare anche la nostra. Prendiamo allora esempio dai Cimbri. Ne vale la pena!
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