lunedì 1 ottobre 2007

GIAGUARI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI!

Be’ che dire? Due linee di movimento sono pochine. L’altra sera ho visto il Milano che giocava con solo due linee di movimento che si alternavano contro le 3 - 4 dell’Alleghe… ma queste sono altre storie.
Sento delle defezioni da questa e quell’altra parte motivate da ragioni che, in sintesi, più o meno suonano così:
1. “E se mi faccio male, come faccio con il lavoro?”
2. “Ma io sono scarso/a! Cosa ci starei a fare lì in mezzo?”
3. “Ma io non posso per motivi di lavoro!”

Vorrei dare con ordine una risposta a questi 3 quesiti, iniziando dal primo, “paura infortuni” – e chi parla è oramai un esperto – ahimè - di questo settore.
1) Non è vero che in partita ci si fa più male che in allenamento, anzi. Proprio in allenamento la guardia può essere più bassa del solito e la caduta banale si trasforma in trauma toracico. In partita la concentrazione è maggiore, quindi maggiore l’attenzione. Possiamo poi avere paura degli energumeni contro cui giochiamo, ma occorre sempre tenere in considerazione che, se noi non lo vogliamo, il gioco non può diventare fisico. Anzi se lo vogliamo possiamo anche “tirare indietro” il pattino o la stecca e non penso che, ai nostri livelli, dalla nostra panchina nessuno avrebbe qualcosa da ridire. Dopo tutto, tranne quel paio di “fortunati loro” studenti, TUTTI noi abbiamo una vita lavorativa e famigliare che ci “costringono” a risparmiarci un po’. Dai, raga, stiamo parlando di campionato UISP, non di Serie A1 o di NHL!!!
Poi in allenamento possiamo sempre avere in sorte di giocare con persone alle prime armi con le quali il rischio di farsi male è maggiore, per la loro inesperienza. In partita generalmente abbiamo a che fare con ragazzi e ragazze con una certa esperienza e con altrettanti lavoratori/trici e/o padri/madri e/o studenti/esse che l’indomani sono chiamate ad impegnarsi al top nella vita “reale”.
2) Il fatto di essere “scarsi”: anche in questo campo mi sento particolarmente “ferrato” in quanto degno esponente della schiera degli hockeisti-pippa! Be’ non c’è bisogno ogni volta che si entra in pista di fare girare a 1000 gli schemi, o di produrre reti su reti. Alle volte basta solo ed unicamente “fare tirare il fiato” alle prime linee (che solitamente racchiudono i giocatori più in gamba). E non è poco – credetemi! Basta un po’ di gioco di contenimento, pensando prima di tutto a non prenderne troppe, poi a non prenderne affatto, poi magari a stuzzicare un po’ la difesa avversaria. Poi – una volta che si saranno riposati – ci penseranno i compagni di 1^ e 2^ linea a fare il risultato. Io da ala destra di 4^ linea ho sempre pensato così. Il che non vuol dire non metterci tutto l’impegno, vuole solo dire giocare tenendo ben presenti quali sono i nostri limiti e le nostre possibilità. In questo senso TUTTI possiamo essere d’aiuto! Tenete presente che in alcune squadre di serie A1 di hockey ghiaccio talvolta fanno giocare dei ragazzini poco più che ventenni contro dei “pro” americani o canadesi – e quanto sono preziosi questi a”ragazzini” che permettono ai compagni di squadra almeno di tirare un po’ il fiato! Se succede in serie A1 di hockey ghiaccio, a maggior ragione la cosa deve avvenire in UISP (dove siamo TUTTI amatori).
3) Qui francamente “casca l’asino” dato che non sono né penso mai sarò uno stacanovista del lavoro o un imprenditore. Posso però dire che nessun lavoro, secondo me, impegna (o dovrebbe impegnare) la persona fino al punto di obnubilare le passioni personali e gli hobbies. Dopo tutto io ho davanti agli occhi l’esempio di un mio cugino (acquisito) che è stato per anni capitano del Cortina (Serie A1 hockey ghiaccio) e che per anni (e ancora adesso) è imprenditore artigiano e nel contempo marito e felice padre – se ce l’ha fatta lui che è del Cortina (booooh! Woooh!) chiunque può farlo.

Detto questo è chiaro che ognuno ha e può/deve avere i suoi impegni. Per esempio la sera che magari (facciamo le corna) la mia bambina dovesse stare male, tra stare a casa a curarla e andare a giocare contro i Mighty Pucks, la scelta non si porrebbe nemmeno. Poi se magari una sera devo portare un cliente fuori a cena per parlare di un nuovo progetto idem. Insomma la connotazione “amatoriale” del campionato penso che sia ovvia. Penso poi al caso in cui il nostro prode Izko una sera ha il “mal de panza” perché non ha digerito la peperonata della mensa aziendale, lì saremmo costretti a dare forfait. E ci sta pure il forfait, a questi livelli. Ovvio che si dovrebbe cercare di evitarlo (anche per evitare le multe federali). Però ci sta.
Io però sono dell’idea che se già si parte “dimezzati” e con ampie defezioni rispetto alle persone che normalmente si impegnano e si allenano e si sono allenate in questi mesi con la maglia dei Jaguars, be’ a quel punto potrei prendere le stesse decisioni di Teo Fumaz che nella sua email ha scritto delle cose molto giuste e condivisibili (tipo: andare a cercare altrove una squadra – senza rammatico verso nessuno).

Un ruggito a tutti.
Zio Axel #6

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Argomento defezioni:
calendario alla mano, possiamo pianificare per tempo ciò che è pianificabile

in tutto il campionato avremo:
i soliti venerdì (8 dentro e 2 fuori casa)
2 domeniche
2 giovedì
1 martedì
1 lun o mer (ancora da definire)

quindi, compleanni, cinema, teatri e quant'altro, possibilmente anche impegni lavorativi serali...lasciamo la priorità a queste partite

malori improvvisi: se sono del giocatore...vabbèh
se sono della bimba del giocatore...c'è sempre la mamma... io ne so qualcosa...

Argomento "siamo scarsi": ne siete sicuri?
forse c'è anche qualcuno più scarso... e comunque si fa la gavetta anche come squadra materasso, ci si chiude un po, si fa melina e ogni tanto si approfitta della scazzatura avversaria per tentare di infilare qualche azione(ovviamente queste parole sono del mio Personal Trainer)

DAI JAGUARS!
DIAMO UNA SVOLTA ALLA STORIA DELLA UISP!

Axel ha detto...

ho letto il tuo post...
va be' non mi trovo d'accordo con te su tutto, ma penso che sia normale.
L'analisi dei giorni che sarebbero "impegnati" per le partite è lucidissima e lampante.
P.es. gli impegni lavorativi a volte arrivano all'improvviso e certe volte non puoi dire di no al tuo capo. Se ci rimane male poi sono c*##i tuoi !! (e anche qui ino purtroppo ne so qualcosa).
Sono d'accordo invece quando parli di pianificazione in merito a cinema, teatri, compleanni...ecc...
Poi, cosa dire?, io magari sono un papà "fresco fresco" ma sinceramente, anche se c'è mia moglie a casa con la pupattola ammalata, non mi va di lasciarle sole. E' più forte di me... anche se la Simo se la cava e magari è la prima a dirmi "Vai e segna per noi!" io proprio non ce la faccio - potrebbero sempre avere bisogno di me. Mi frega forse l'avere fatto il capo-servizio in ambuilanza. Quindi in quasi tutti i casi di malore so abbastanza come comportarmi, mentre mia moglie potrebbe andare anche nel panico (esempi già verificatisi).

Comunque ancora d'accordo con te quando parli di "scarsità". E infatti tu e il tuo personal trainer ricalcate quanto ho detto io con termini diversi.
Occorre la mano di tutti per fare girare la panchina ed evitare che persone come il sottoscritto a rischio di "coccolone" (in quanto fumatori, lavoratori sotto stress, sovrappeso, bevitori, e chi più ne ha ne metta!) debbano trascorrere in pista turni lunghi senza potere prendere fiato. Poi magari fare un brutta fine...
Più siamo meglio stiamo... e ben vengano le linee composte da sole "girls" che possono dire la loro magari senza fisicità ma giocando con ordine e disciplina come solo loro sanno fare.