lunedì 28 gennaio 2008

JAGUARS – LEPIS Piacenza 0 : 2

Parziali: 0:1 / 0:0 / 0:1 (stavolta sono facili da tenere a mente!)

“Mancò la fortuna, non il valore”
(iscrizione su una lapide presso El Alamein)

Be’ sì, è mancata la fortuna questa volta. Perché nasconderlo e perché dimostrare falsa modestia? Abbiamo giocato bene. Con voglia grinta e un pizzico di ordine in più rispetto al passato. Abbiamo dato del filo da torcere agli avversari, come sportivamente dichiarato dal presidentissimo Aldo a fine incontro (“Ci avete messo in difficoltà!” – sic). E infatti il risultato non è certamente quello di una partita di hockey a senso unico. E’ piuttosto quello di una partita di calcio! Ma più importante come tale risultato è maturato: un goal a “freddo”, anzi “freddissimo”, anzi quasi glaciale su autogol, un goal nel terzo tempo con la squadra in inferiorità numerica, dopo che i maculati avvevano già “ucciso” ben tre powerplays nel secondo drittel.

Che dire? Io penso che l’assenza di Locomot-Ivo si sia fatta sentire! Infatti a fine primo tempo, vedendolo sugli spalti in borghese ed in mezzo alla Torcida Maculata, gli ho pure porto i guantoni e la stecca invitandolo a prendere il mio posto, ma lui niente! E vabbe’ adesso che è diventata una “star” si fa desiderare e centellina le sue presenze con il contagocce… da vero divo!
Scherzi a parte la squadra avversaria è giunta ad Agrate con due sole linee che hanno giocato un hockey “positional” (come direbbero i canadesi) molto ordinato e molto efficace, impostando il tutto su fraseggi precisi, sulla disciplina tattica e sul senso della posizione. Poi la presenza fisica non è stata male: in evidenza i due “stranieri” ma anche la “difensora” Terry che, a me in qualità di attaccante, ma anche agli altri miei colleghi non ha dato tregua. Squadra quindi molto organizzata ed efficiente. Davvero apprezzabile… E che fatica cercare di spostare il “russo”!

Noi abbiamo risposto con il cuore. Tirando parecchio, tanto quanto e forse più di loro. Peccato non avere le statistiche dei tiri in questi casi! Abbiamo visto delle linee con un pizzico più di amalgama. Però sono ancora evidenti alcuni “bugs” nel nostro gioco di cui mi sono già dilungato in passato su questo blog e quindi non mi dilungherò oltre… (vedere sotto!). Vorrei soltanto qui suggerire una cosa a tutti (me compreso): proviamo a fare questo facile esercizio durante le partite. Di tanto in tanto buttiamo l’occhio al di là del tavolo dei cronometristi e guardiamo come stanno in panchina quelli della squadra avversaria. Se riescono a fare i “cambi volanti” fatti decentemente un motivo ci sarà… Proviamo a fare questo invece che parlottare tra di noi, andare su e giù levandosi elmetto e guantoni, o lamentarci perché magari qualcuno (l’assistente) è in piedi davanti alla balaustra (per chiamare un time-out), eccetera…
Forse l’inesperienza ci ha fatto incappare anche in qualche penalità, alcuna delle quali evitabilissima, che alla fine hanno fatto la differenza. Anche in questo caso l’esercizio è quello di osservare come fanno gli altri e mantenere la calma. Sempre.

Capitolo a parte per i due portieri: veramente le stelle della serata, hanno parato quantità immani di dischi, sia il nostro Izko che il loro (di cui mi no ricordo il nome – chiedo scusa). Quest’ultimo accovacciato sinistramente stile portiere ‘roller’, quasi come un avvoltoio, anzi meglio, come un ragno a difesa della sua ragnatela… mi ha ricordato Shelob (vedere “Il Signore degli Anelli”) – e anche se alcuni dei nostri tiri sono stati più che altro dei fax indirizzati alla porta avversaria, non si è lasciato distrarre un secondo. Ha parato di tutto e ha meritato ampliamente lo shoot-out a fine match. Izko, a parte un malinteso con Captain Moris ad inizio match ha fatto altrettanto e nulla ha potuto in occasione del secondo goal. D’altro canto, quando un’incontro di hockey finisce 2 a 0 vuole dire, in genere, che i portieri hanno fatto il partitone.

Ulteriore annotazione: io non mi sono fatto poi schifo più di quel tanto. Anzi mi pare di potere dire che modestamente ho cercato di dire la mia, sopportando la fisicità degli avversari e addirittura andando al tiro con un bel diagonale “dalla blu”, dalla sinistra che però il portiere-ragno mi ha preso (ma porc’… vacc… p##**!!), d’altro canto lui è lì per fare quel mestiere, no!? Comunque un bel tiro! Mi serva per tirarmi un po’ “su di susta”, come si dice dalle mie parti.

Posso concludere dicendo che forse il risultato più giusto sarebbe stato il pari, ma il punteggio è sempre solo quello indicato nel tabellone luminoso, non ce n’è! Anche se sarebbe stato bello togliere quel dannato 0 dal totale punti sulla classifica del campionato! Però se continuiamo così siamo sulla buona strada e, magari, prima della fine del torneo riusciremo a toglierci qualche soddisfazione. Basta volerlo e continuare ad impegnarci al 110%. Ci siamo: stiamo arrivando! Magari arriveremo in treno con in testa il nostro Locomot-Ivo! “Wait and see, babe!”

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi associo subito ai complimenti ai portieri: sono stati entrambi bravissimi (il "ragno" piacentino anche troppo!). Poi voglio sottolineare lo "stile" visto in campo, all'insegna dell'agonismo pulito, senza scorrettezze e con tanta voglia di giocare, grazie anche a un arbitraggio brillante; e concordo pienamente sulla natura "ingenua" delle penalità subite. Infine, mi ha fatto davvero piacere rivedere, in campo e fuori, il migliore spirito giaguaro.
Solo un appunto "negativo", che in prospettiva dovremo riuscire a superare: dobbiamo essere più organizzati e più ordinati. Il che, secondo me, vuol dire panchina più corta, con al massimo tre linee complete di movimento (coach e cocoach, mandatemi in tribuna quando vi pare!); e per chi sta in panchina, vuol dire concentrazione dall'ingaggio iniziale alla sirena di fine partita - troppo spesso, all'esterno della balaustra, ci trasformiamo in spettatori-tifosi...

Axel ha detto...

Be' ma se possiamo portare fino a 14 giocatori di movimento in panchina e abbiamo a disposizione questi 14 uomini/donne, perché non approfittare di questo vantaggio competitivo? Tutte e ripeto TUTTE le squadre di hockey portano in panchina il massimo di atleti disponibili...è un vantaggio competitivo nell'hockey. Pensa: se qualcuno si fa male o se qualcuno non ce la fa più a cambiare perché a corto di fiato? Magari ci si ritrova con una linea monca ed uno spettatore sugli spalti che potrebbe essere "vestito" e "a referto" e non lo è... insomma più si è meglio è. La sola cosa da fare è, appunto come dici tu, rimanere concentrati in panchina, non fare i tifosi (a quello ci pensa già la Torcida Maculata), stare ordinati e seduti, tenere d'occhio il nostro cambio, e, se il caso, cercare di cambiare al volo quando siamo in controllo di disco e stiamo impostando dalla difesa o quando loro stanno impostando con calma dalla loro difesa e magari ne approfittano per cambiare al volo. Per fare questo occorre avere un occhio in pista e un occhio sulla panca avversaria (stesso esercizio di cui parlavo sul blog). Ci vuole una certa intensità di partecipazione al gioco anche in panchina, il che vuole dire innanzi tutto ordine e disciplina: non è che se siamo fuori pista possiamo prendere, andare a bere, toglierci i guantoni o l'elmetto... il coach potrebbe chiamarci ad entrare in ogni momento! E noi saremmo lì con la bottiglia in mano, il guantone tra le cosce, la stecca appoggiata chissà dove, l'elmetto per terra... Insomma, sarò pure fissato e rompicoglioni (e lo sono, lo sono! la Simo ne sa qualcosa) ma la panchina nell'hockey non è come quella del calcio - lì si può pure fare lo spettatore non pagante, qui no: si partecipa al gioco... e teniamo da conto il fiato impiegato nelle urla di incitazione che a volte coprono le indicazioni dei (co-)coach. Teniamo presente che Super-Moris, magari ha appena giocato un cambio a 1000 e non ha più il fiato per urlare "cambio" come si dovrebbe... quindi riesce solo a mormorarlo... nostro compito quello di afferrare al volo ed agire.

Anonimo ha detto...

Anche i migliori sbagliano (SIGH!)
figuriamo i peggiori, cioè la sottoscritta!

Però credo di essere stata una panchinara BRAVISSIMA!!!

Axel ha detto...

Mi permetto di correggerti, cara la mia Paola_Puffa (e mi permetto di chiamarti così, affettuosamente). Non sei stata una panchinara bravissima, ma una GIOCATRICE Jaguaresca bravissima. Ti sei disimpegnata bene e hai tenuto bene la tua zona. Una prova di quanto vado scrivendo: quando sei stata in pista non abbiamo preso goals, vero? Bon, allora vuol dire che sei stata efficace!

Per quanto riguarda gli sbagli dei "migliori": se ti riferisci all'autogoal, be' sono cose che capitano, e non c'è da starci sopra o drammatizzare troppo... se ne vedono così anche in ben altri ambiti...

Avanti così!!! Jaguari su la testa!!!

Anonimo ha detto...

I riti che rendono sopportabile il lunedì sono principalmente due:
la lettura della Gazza, amata soprattutto dagli amici calciofili;
la lettura dei Commenti di Axel, amati e attesi dagli amici hockeyofili;

Questa volta però mi e ti chiedo quale sia stata la penalità "evitabilissima" che ci hanno comminato?

E' stata una partita giocata al'insegna del fair play e le POCHE penalità subite, sicuramente involontarie e senza cattiveria, (tra le quali il mio bastone alto) sono state giustamente sanzionate.

Axel ha detto...

Di base ritengo che ogni penalità sia potenzialmente evetabile. Anche un bastone alto, o uno sgambetto, o una carica o una trattenuta. Giocando contro una squadra con tre linee contro due sarebbe interessante evitare al massimo di incorrere in penalità in quanto in questi casi è meglio sfruttare il vantaggio competitivo di avere una linea in più e cercare di "spomparsi" di meno in penality-killing in modo da sfruttare una maggiore freschezza contro un probabile calo fisico degli avversari. Tutto qui.
In altri casi invece la penalità ci sta tutta: quando, per esempio non si riesce con le buone a stare dietro agli attaccanti avversari, quando c'è un uomo chiaramente lanciato a rete in 1 contro 0 ecc. Io non sono il fautore del "gioco pulito" a tutti i costi né sono ammiratore della "tolleranza zero", però dico solo che in certi casi è meglio evitare di giocare in 3 contro 4.

Ma io ti ringrazio ancora dei complimenti. Veramente troppo se si considera che metto solo giù dei pensieri in libertà di un "vecchio pirla" appassionato di 'sto sport fin da bambino!