venerdì 4 aprile 2008

LEPIS – JAGUARS 7 : 2

Parziali: 3:0 / 3:0 / 1:2

“Lui le dice ‘come vedi siamo sempre qui
e non e' obbligatorio essere eroi’”.
(L. Ligabue – “Marlon Brando è sempre Lui”)


Con gli occhi assonnati mi accingo a raccontare di quest’ultima fatica agonistica maculata (almeno per quest’anno). Risultato tutto sommato buono, se consideriamo i passivi ben più pesanti che squadre ben più blasonate hanno riportato dal “Pattinodromo” di Piacenza. Partita dei Jaguars difficile da decifrare: a differenza degli incontri precedenti si è vista una squadra esprimersi al meglio nel terzo tempo e con un andamento in “crescendo” invece che in “calando” come al solito.
Ma andiamo con ordine: sbarco a Piacenza, riscaldamenti e via con il primo tempo. Lepis molto concentrati ed attenti, consci che la Dea della Matematica ieri sera non gli diceva ancora di sì per l’accesso alle semifinali. Quindi ogni passo falso può essere drammatico – e, dopo tutto, all’andata avevano faticato non poco ad imporsi con i felini brianzoli. Ricordo il punteggio di 2 a 0 per loro con il primo goal addirittura su autorete nostra. Dall’altra parte i Jaguars che, complici forse anche la gita, pardon: trasferta, respirano già un’aria tipo quella che si respirava ai tempi all’ultimo giorno di scuola. Partita che comincia con un cannoneggiamento dalla blu da parte dei locali che imperversano costringendo Gate a mettersi nell’ordine delle idee che questa non sarà una serata tranquilla per lui (che novità!). Il gioco dei Jaguars è pressoché tutto di rimessa, con dei tentativi di ripartenze, o dei passaggi in profondità. Ma la difesa in maglia nero/bianca fa buona guardia, in primis con la “mastinaTerry. E il loro attacco tambureggia lungo le balaustre e continua a tirare dalla blu che è un piacere, con qualche incursione sotto porta. L’assedio durerà una decina di minuti, periodo nel quale i maculati – portiere in testa e bastoni in resta – riescono a fare argine, poi il primo goal subito da’ la stura al dilagare del Lepis con il numero 14, lo “straniero” Schudtz, alla testa a suonare la carica. I Jaguars fanno quello che possono ma alla prima sirena sono già sotto di 3. Tiriamo poco, troppo poco!
Il secondo tempo si ripete sulla falsa riga del primo. Con una variante: che i locali si affidano sempre di più ad incursioni “dietro le linee nemiche” con delle iniziativa personali o con dei passaggi ficcanti a saltare il centro-pista. Jaguars sempre alle prese con l’atteggiamento degli scolaretti finite le lezioni, ma che però ci mettono una buona dose di impegno nel cercare di risalire la china. La squadra, come già visto nelle ultime 2 o 3 partite, dimostra di avere imparato a giocare con quella coralità necessaria per diventare a tutti gli effetti una squadra di hockey. La linea di attacco FumazNiño fanno vedere delle giocate di intesa veramente belle. Non da meno l’altra coppia offensiva Romano – Luha, anche loro impegnati a duettare con degli scambi che non sono malaccio. Il secondo tempo poi si potrebbe chiamare il “Festival del Palo dei Lepis”, tanto sono i legni (o, meglio, i ferri) colpiti dai giocatori di casa. Il tintinnio dei montanti colpiti a ripetizione dagli avanti locali è così frastornante che costringe Gate, privo di tappi per le orecchie, ad uscire per lasciare posto a Izko. Il tintinnio è quello che si potrebbe sentire in uno di quei vecchi bar dove c’era il flipper che di tanto in tanto andava in “tilt”; oppure in un pascolo, in mezzo ad un gregge di pecorelle… roba stile Heidi, se ci trovassimo in montagna, ma invece siamo a Piacenza, sotto una pioggia di incursioni e di tiri di una squadra che DEVE vincere e VUOLE vincere. E in mezzo a tutti questi pali – che frastornano anche il subentrato Izko – trovano (giustamente) posto altri 3 goal.
Terzo tempo: Jaguars che si rendono conto che le vacanze estive non sono ancora iniziate e che quindi è necessario rimettersi a tirare in porta. Per i Lepis: vantaggio acquisito, punteggio al sicuro, quindi c’è modo di placarsi un po’ e di dare un po’ più di spazio alle giocate degli ospiti che vengono fuori meglio dei due tempi precedenti, in un crescendo di iniziative fraseggiate o personali, con intercettazioni di dischi a centro-pista che portano i maculati per due volte a festeggiare – stecche al cielo – le reti del “solito” Niño e di Luha. Tutte e due pregevolissime, in particolare quella di Luha che se ne va, quasi da solo, e sospinto dalla commozione dei genitori in tribuna, insacca con un bel tiro a mezza altezza sulla sinistra del portiere che vanamente cerca di alzare il guantone.
Sirena finale e via verso lo spogliatoio per la doccia e per sentire le parole di coach Vale che esprime soddisfazione per un campionato che è andato come è andato ma che ci ha visti onorare il campo, giocare quasi sempre con voglia e pattinare con passione; e con una squadra in netto progresso rispetto a quei 7+1 “disperati” scesi in pista quel lontano 9 novembre dell’anno scorso contro i Red Rats.
Poi quarto tempo “rugbystico” con i giocatori delle due squadre seduti in tavoli attigui in un pub della zona. Le due squadre che si affrontano ancora una volta con birra in mano e hamburgers e cibarie varie tra i denti. Noi che vinciamo facile grazie alla notevole e proverbiale sete di alcuni maculati ed agli appetiti insaziabili di qualcuno di noi che cerca di farsi portare un cinghiale arrosto, ma che però si accontenta anche di un paio di cheese- o beer-burgers, e merito dell’Onorevole Segretario che, rivolgendosi alla cameriera con un sorriso a 36 denti le chiede di “portare tutto quello che è rimasto in cucina”! Insomma con le gambe sotto ad un tavolo e con una birra in mano siamo quasi imbattibili! Ce la possiamo giocare, tanto poi un paio di allenamenti e smaltiamo, dopo tutto, come dice il coach Vale “Ogni allenamento è una festa”!
Jaguars su la testa!!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bel colpo, Axel (anzi, Axelix, per via del cinghiale e della cervogia...), un commento fresco e perfino più vivace della partita, sfornato praticamente in diretta! Adesso, se non vuoi essere sommerso dalle proteste dei lettori orfani di "Top Spot", devi inventarti una serie di commenti post-campionato, tipo cronache delle gare di racchettone in spiaggia, oppure delle sfide a briscola chiamata nei rifugi alpini...