lunedì 12 maggio 2008

L’ITALIA IN B

Italia relegata nella serie B dei campionati mondiali, dopo le performances piuttosto opache di questi ultimi mondiali disputatisi in Canada.
Al di là del giudizio tecnico della squadra che ho visto sul ghiaccio (partite trasmesse da Rai Sport), ci sono altre considerazioni che si possono fare. Ma andiamo con ordine.
L’Italia che ho visto giocare è stata un’Italia svogliata, che ha perso un numero molto alto di dischi e senza individualità di rilievo. Ora, come diceva Paul Coffey, famoso difensore canadese, “finché abbiamo noi il disco, loro non possono segnare”. Invece l’Italia di dischi ne ha buttati via parecchi, non solo con i “classici” tiri nell’angolo dietro al portiere lungo la balaustra, ma anche addirittura in zona neutra, in virtù di una non felicissima disposizione in pista della squadra. E qui Goulet avrà qualcosa da analizzare, senza dubbio. E’ vero che abbiamo avuto a che fare con qualche infortunio (Parco) e qualche incidente (Strazzabosco costretto fuori per gran parte della prima e per tutta la seconda partita “topica” contro la Francia), ma questa non è una scusa. Forse abbiamo commesso l’errore di insistere con Tragust, mentre andava buttato nella mischia un portiere di maggiore esperienza anche se di minore freschezza fisica. E anche Hell, quando ha giocato non ha dato l’impressione di essere al top della forma e della sicurezza, forse anche perché poco “protetto” da una difesa che stentava quasi sempre a liberare e che rischiava sempre qualcosa anche in fase di uscita di zona. Se devo fare due nomi di giocatori che mi sono piaciuti devo dire Nicola Fontanive velocità, lucidità e visione di gioco (magari avesse giocato così quest’anno con l’Alleghe!) e l’inossidabile Jason Cirone: grinta, passione e “mestiere” da vendere!

Ma altre considerazioni si possono fare dopo questa “débacle” azzurra, come dicevo. Innanzitutto è giusto che noi retrocediamo. La serie B è secondo me l’esatta cifra agonistica che il movimento hockeystico italiano è in grado di esprimere ora. E forse anche la serie B è troppo. Mi spiego: il nostro è un movimento caratterizzato da un campionato nel quale già ad ottobre si può “indovinare” il nome del vincitore cui verrà attribuito il titolo più per motivi “politici” che non agonistici – e il caso del campionato di quest’anno lo dimostra. A campionato in corso si da’ modo ad una squadra che, benché pretendente al titolo non naviga in buone acque, di modificare l’assetto del roster con nuovi innesti di stranieri che, ancorché “legali” (in virtù di modifiche regolamentari fatte “ad hoc” a campionato in corso) non sono da ritenere del tutto “leciti”. Un campionato nel quale una figura federale di rilievo (il capo degli arbitri) si permette di rilasciare delle dichiarazioni gratuite e del tutto sopra le righe su alcuni giocatori che, al contrario, dovrebbero essere additati come esempio (mi sto riferendo alle dichiarazioni di Stenico su Chitarroni).
Un campionato che, benché ricco di storia e degno di una qualche tradizione, si fa “rubare” un discreto numero di giocatori dal campionato danese e da altri campionati europei che stanno fiorendo grazie all’innesto di solidi capitali. A proposito: abbiamo notato come le nazionali di Danimarca e Norvegia, sicuramente alla nostra portata – almeno sulla carta – stiano ben figurando, o almeno stiano facendo la loro “porca” figura? E parliamo di nazionali appartenenti a stati che, per motivi storici, non dispongono di un consistente capitale di “oriundi amero-canadesi” e che hanno delle popolazioni numericamente paragonabili alla provincia di Milano…
E’ vero, è un campionato strano, che vede per esempio la nazionale Slovacca (patria di un personaggio come Miroslav Satan) dovere lottare per salvarsi con la Slovenia, quest'ultima retrocessa anche lei come l’Italia.
Però, malgrado tutti i tentativi di rilanciare l’hockey ghiaccio nel nostro Paese fatti in questi ultimi anni (vedi per esempio la nascita di una Lega Hockey), la china che questo sport sta prendendo in Italia non è delle migliori. E non scordiamoci che le Olimpiadi invernali di Torino sono finite da soli due anni. In questi ultimi anni il campionato italiano si è impoverito senza dubbio perdendo delle piazze importanti come Varese e Torino, non riuscendo a “fare salire” delle piazze storiche come Merano malgrado lo meriterebbe. E non riuscendo ad espandersi verso sud, malgrado ci siano delle strutture che lo consentirebbero almeno in parte (vedasi il nuovissimo palaghiaccio di Catania, per citare un esempio “clamoroso”). Il tutto sembra ancora “ingessato” nelle valli, in preda a giochi di potere tra la componente “cittadina” e quella “montanara”. Insomma campanilismi su campanilismi che non fanno altro che impedire la diffusione dell’hockey nel Bel Paese e che producono, alla fin fine, i risultati che abbiamo sotto gli occhi dopo questi mondiali Canadesi.
La soluzione? Un bel ricambio “generazionale” ai vertici societari e federali, con persone nuove, giovani che possano avere le capacità di convogliare nuovi interessi e capitali, da spendere non solo in parco stranieri ma anche nel finanziamento di nuovi vivai. E poi l’abbandono da parte di tutti di ogni atteggiamento campanilistico. Un esempio può essere fatto citando l’Alleghe che due anni fa ha rinnovato la dirigenza e che sta provando ad emergere, con tutte le difficoltà del caso, ma che sta cercando di fare un discorso più ampio, con grande attenzione verso le giovanili.
Un’altra parte della soluzione è l’utilizzo “intelligente” degli oriundi italo-canadesi o italo-americani che, oltre che a portare punti e goals, dovrebbero essere usati come avveniva anni fa per fare scuola alle giovani leve. E qui c’entra la gestione federale delle pratiche di naturalizzazione (ma perché Bilotto è considerato ancora straniero?!) e la gestione societaria del parco giocatori.

Quello che più mi rattrista di più è il vedere che la Svizzera che “è qui” a neanche un’ora di macchina da Milano, è una “piccola nazione” in grado di esprimersi a livelli “mondiali” mentre noi in Italia siamo in serie B.
La diffusione dell’hockey fa bene a tutti.

4 commenti:

publio toffoli ha detto...

hai perfettamente ragione

Axel ha detto...

grazie 1000 Publio e ben trovato!

Sandokan ha detto...

Caro Axel, innanzitutto un caro saluto ed i complimenti per il blog; poi un piccolissimo appunto a quanto da te detto.
Secondo me hai dimenticato un aspetto importante nella tua analisi, più precisamente il fatto che le squadre, visto lo scarso numero, considerano poco o nulla la regular season salvo nell'ultimo periodo per il mero piazzamento in vista dei play off; considerando poi che nei suddetti play off di trovano faccia a faccia altre 5 volte fa emergere in moltissimi noi il lecito sospetto: " vuoi vedere che arriveremo a gara 5 solo per riempire per l'ennesima volta lo stadio e riversare nelle casse della società un altro incasso??".
Non ho la cura ma nella tua analisi l'aspetto delle città del sud come nuova linfa per il movimento hockeistico italiano sia l'unico percorribile, naturalmente si devono ridurre drasticamente le spese di partecipazione al campionato, in modo da usare quei soldi per ingaggiare giocatori di talento e per poter affrontare trasferte che oggi sarebbero improponibili. Ingaggiare una squadra NHL o Svizzera da contrapporre ad un Alleghe od un'altra squadra italiana per un tour pomozionale nelle regioni del sud dove esiste un palazzo del ghiaccio, coinvolgendo il potere politico regionale o provinciale di quei posti, potrebbe essere la strada giusta, abbiamo già perso la possibilità per disputare la coppa italia, non dovremmo perdere anche questa. Per me che scendo a catanzaro tra breve, sarebbe un godimento da cammello andino poter assistere a delle partite di hockey laggiù. Ora ti saluto con fraterno abbraccio ed un arrivederci, spero a presto
Moreno

Axel ha detto...

Grande Moreno! Ricambio l'abbraccio fraterno e ringrazio dei compliemnti e... non posso che essere d'accordo su quanto hai scritto. E' vero che la reg season sta diventando una sorta di "allenamento" (vedi certe squadre che arrivano alla seconda tornata di ritorno e non giocano ancora con delle linee "fisse") e che certe serie di finale possono essere "allungate" per fare cassa...