venerdì 16 gennaio 2009

LEPIS PC - JAGUARS 13 : 1

Parziali: 6/1 4/0 3/0
Marcatore jags: Boleso Massi (assist Joe) - bravi!

"C'è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio."
(Milan Kundera - "La Lentezza")

E dato che siamo tutti fans di Kundera, noi vogliamo essere a tutti i costi ricordati, stamparci nella memoria dei nostri avversari come la squadra più lenta che abbiano mai incontrato, insinuarci come un bug nel disco fisso dei tabelloni cronometrici per arrivare a fermare l'istante, comprimere la durata del tempo in quegli attimi esatti nei quali il dischetto finisce con regolarità da metronomo alle spalle del nostro portiere.
Dopo cotale "cappello" filosofico-contemplativo veniamo subito alle cose che non hanno funzionato ieri sera.
In primo luogo la cucina del pub "Zona Franca" dove ci siamo riversati a fine partita per ingurgitare ettogrammi su ettogrammi di panini e cibarie varie, accompagnate da qualche pinta di buona birra bionda ceca. La suddetta cucina però non è riuscita a saziare i nostri appetiti anche perché ha deciso di chiudere i battenti alla mezzanotte. Ma chi si credono di essere: Cenerentola??? Eppoi i beer-burgers non erano come quelli dell'anno scorso... insomma un altro riflesso della crisi mondiale con il quale fare i conti nel nostro piccolo.
L'infermeria e l'elenco dei "missing in action" maculati sono ancora lunghi, troppo lunhgi. Da ieri sera forse la new entry di Max Boleso che, già con un ginocchio malconcio, ha pensato bene di urtare lo stesso in un normale contrasto di gioco con il risultato di essere costretto ad uscire e lasciare spazio a Capitan Axel (sedicente supereroe che gira con uno strano costume nero-arancio e con una "C" sulla spalla sinistra - bah! contento lui!) in prima linea.
Detto questo, dico anche che, parafrasando Groucho Marx (il comico non il filosofo), "io non giocherei mai in una squadra che permettesse ad uno come me di giocare in prima linea"! Ma tant'è: questo è quello che passa il convento!
Fortunatamente ieri sera abbiamo avuto il ritorno a roster del prode Leo, il "Promesso Sposo", che indubbiamente ha contribuito a dare più spessore alla difesa, anche se - un po' come tutti - la condizione è ancora da affinare.
Per quanto riguarda il racconto di questa impresa in terra foresta dei maculati, c'è da riferire un primo tempo giocato un po' in bambola, con poca grinta e che ha visto i neri di casa andare a segno per ben 6 volte - in particolare il 2 e il 3 goals hanno segnato un "1 - 2" micidiale in meno di 20 secondi che ha segato le zampe dei Giaguari. Il goal di Max al 10' del primo tempo che accorciava le già lunghe distanze, però veniva subito ribadito dopo 3 minuti dall'ennesima rete casalinga. I nostri avversari hanno giocato con calma, posizionandosi bene in pista, non cercando forse i ritmi forsennati (la sera prima avevano già giocato con i nostri "cugini" Falcons) e ricorrendo ad una rete di passaggi ben congegnati per saltare il centro pista e scardinare la difesa nello slot. Insomma loro, neri come dei ragni, tessevano le loro ragnatele che finivano sempre per impapocchiare noi Giaguari, in realtà più simili a delle api Maja nero/arancio.
La ripresa ha visto anche una ripresa in termini di costruzione di gioco da parte della squadra ospite (noi) che però è rimasta sterile. Noi attaccanti sprechiamo troppo lassù e non denotiamo quella "fame di goal", quel "killer instinct" che ci si aspetterebbe da un felino predatore. Si cincischia troppo con il dischetto prima di tirarlo verso la porta e questo fa in modo che:
1. il portiere si piazzi;
2. il difensore ritorni su di noi;
3. ci viene addosso un "ansia da prestazione" che spesso sfocia in tiri più simili i "slap-shottatio precox" che in tiro propriamente detto.
I nostri portieri, d'altro canto, sono stati costretti a lavorare, e lavorare parecchio. I Lepis fanno del "crash the net", del tiro a ripetizione, una delle loro armi vincenti, frutto anche di un buon controllo delle posizioni e di un'ottima gestione del disco.
Al terzo tempo i casalinghi hanno tirato un po' il freno - meno male! E ci hanno consentito di esprimerci su un livello forse tecnicamente migliore, ancorché infruttuoso, ma poi le energie e la stanchezza sono venute fuori, comportando anche qualche sbavatura difensiva (leggasi: inteventi irregolari). Ormai la maggior parte di noi aveva già la testa al pub, la concentrazione tutta orientata verso il beer-burger del "Zona Franca". E così, dopo 45 minuti di un incontro corretto e ben diretto, la sirena ha mandato tutti sotto la doccia.
Per quanto concerne il "quarto tempo" si rimanda a quanto già scritto sopra, ribadendo il nostro dissenso dalla chiusura delle cucine dei pub prima delle ore 2 del mattino. Propongo una raccolta firme in tal senso!

1 commento:

Anonimo ha detto...

che storia malata....