venerdì 13 febbraio 2009

HC Monza – Jaguars 17:1

(5:1 – 7:0 – 5:0)
Rete jags: Er Romano (assist Luha, l’ “assistente”)

"Quel che temiamo più di ogni cosa, ha una proterva tendenza a succedere realmente." Theodor W. Adorno (1903-1969), filosofo sociologo e compositore tedesco.

E non dimentichiamoci che, se la paura fa 90, i monzesi fanno 17! E se ci mettiamo anche che oggi è venerdì 13, be’ la frittata è fatta!
Ma perché parlare “de paura” in merito ad una partita di hockey? Semplice: perché si è trattato proprio di una partita “de paura” che ha fatto registrare il peggior passivo nella storia ufficiale dei maculati. Avevamo già avuto il piacere e l’onore di incamerare 17 reti in una partita, l’anno scorso contro i Falcons, ma allora gliene rifilammo almeno 3, di cui una addirittura del prode Georg Andale Ruggiero magistralmente assistito dall’altrettanto prode Locomot-Ivo. Ma ieri sera nisba: solo un golletto segnato da er Romano, peraltro molto bello, assistito dall’Assistente Luha.
Io sono arrivato a partita iniziata: poco male dato che sono ancora “in mutua” e quindi mi dovevo solo accomodare sugli spalti, fare un po’ il “fanfarone” e godermi lo spettacolo. Sono arrivato, dicevo, verso il 5’ e vedo il tabellone segnapunti pietosamente vuoto di dati, utilizzato soltanto per segnare il tempo trascorso. Problema tecnico o gesto di umana “pietas”? Chissà, fatto sta che il buon “Promesso Sposo” Leo, anche lui “in mutua” e addetto alle statistiche della gara mi informa che siamo già sotto di 3. Che poi diventano 4, poi 5. Ma i Giaguari che fanno? Be’, ci provano, onestamente e piuttosto tenacemente, anche se senza l’ordine e la calma che ci vorrebbe. Però ci provano e finalmente, dopo una serie di parate di Gate, arriva anche il nostro goal su una combinazione veloce tra Luha e il Romano che riaccende un lumicino di speranza.
Poi però arriva la prima pausa e il 2° tempo vede spegnersi letteralmente la grinta felina degli ospiti, a tutto vantaggio della spavalderia e della “micidialità” della squadra Monzese che comincia un’attività di rullo compattatore che letteralmente appiattisce ogni velleità maculata. Izko subentra a Gate e prende subito un goal a freddo, anzi “a gelido”, poi seguito da altre 3 reti in rapida successione. Ad onore del vero c’è da dire che per i monzesi ieri sera la “dea bendata” sembrava sorridere e concedersi con una magnanimità sin troppo generosa, oserei dire da “donna di facilissimi costumi”. Molti goal presi dai portieri Jags sono frutto di rimpalli, di dischetti loffi che “strumpallazzano”, insomma dei “gollonzi” che altro non fanno se non segare le zampe felinesche e fare innervosire il malcapitato goalie di turno, e con lui tutto il resto della combriccola maculata. Ma tant’è anche questi “gollonzi” valgono e vengono impietosamente riportati a referto. La difesa sembra annebbiata, e contribuisce ad innervosire sempre più il goalie lasciando sempre troppo solo l’uomo avversario davanti alla porta di Izko. E ci si mettono pure le penalità ad incupire l’umore dei difensori. Gli attaccanti dal canto loro ricevono purtroppo pochi dischi “di qualità” e peccano di “eccesso di cincischio” con un dischetto che, dato il fondo della pista, è difficilmente governabile in palleggio. La riprova è il gioco dei casalinghi, basato su pochi passaggi rapidi, precisi e “teleguidati” , per uscire di zona ed arrivare in un baleno dall’altra parte, per portare il dischetto a fare compagnia a Gate o a Izko. Si può dire che la partita finisce lì, al secondo drittel, dopo un micidiale parziale di 7 a 0.
Terzo tempo poco più di un allenamento sia per noi che per loro, che comunque non rinunciano, con il solito ausilio della “dea bendata” di cui sopra, a rimpinguare il bottino, mettendo in crisi il marcatore che non ha più spazio sul foglio arbitrale dove annotare le reti! “Aiuto!” grida dal tavolo tecnico, “Basta!” E allora basta così, si pattina un po’, si tirano i remi in barca e i Jaguars provano ancora un paio di combinazioni per cercare almeno di ridurre il passivo di –16. Ma non c’è niente da fare. I felini giocano troppo “molli”, non c’è mordente neppure per tenere saldamente in mano la stecca, pochi corrono… si pensa alla doccia…
Un’attenuante, vostro onore! La difesa dei Jaguars è veramente falcidiata da infortuni/malattie/assenze per lavoro e simili – si sente decisamente la mancanza del coach in pista, ma anche dei vari Leo, Gali, Pimpi e Joe. E che dire delle assenze in attacco dell’altra metà della fratellanza Boleso e della carenza ormai cronica del Ninho?
A posteriori forse era meglio mandare un certificato medico”di massa” e prenderne 5 a tavolino, però, in fin dei conti che gusto c’è?
Mio nonno diceva sempre: “Siamo nati per patire… e patatiamo!”

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