giovedì 23 settembre 2010

Agordino così non va!


Episodi di una vacanza “in valle” datata agosto 2010.

Primo episodio: Trenino dei Serrai – promettiamo alla nostra figlia più grande un giretto sul trenino dei Serrai. Andiamo quindi a Sottoguda, ci presentiamo all’imboccatura dei Serrai e chiediamo info. Ci dicono che anche i bambini pagano. Abbiamo con noi anche la piccola E. di 1 anno. Paga anche lei? Sì.
I bambini pagano la metà, quindi un’andata/ritorno 2,5€. Totale una famiglia di 4 persone 15€. Non male per un giretto di venti minuti. Però l’abbiamo promesso alla piccola C. e quindi facciamo i biglietti e aspettiamo il trenino famoso. Un vagone è rotto quindi la gente che vuole salire è tanta, l’organizzazione non è impeccabile e capita che alcuni “signori” prendano il trenino sul turno prima di quello a loro assegnato alla biglietteria. Non c’è nessuno controllo e allora capita che ti passano davanti.
Saliamo e ci rendiamo conto che, data la ressa, le bimbe viaggeranno sulle nostre ginocchia. Tutto bene: mi piace tenere in braccio le pupattole e non pesano un granché: ce la facciamo fisicamente, ma allora il dubbio sorge spontaneo: perché pagare un biglietto? Sugli aerei i bimbi che viaggiano in braccio alla mamma o al papà non pagano o pagano solo una quota irrisoria. Addirittura io sono costretto a viaggiare con la C. in braccio a fianco del conducente sulla “locomotiva” e da lì dentro la visuale panoramica sui Serrai va a farsi benedire.
Qui i genitori hanno l’impressione di essere dei turisti da spennare. Morale: non penso che torneremo mai sul trenino dei serrai.

Secondo episodio: autovelox ad Avoscan. Sulla statale agordina, generalmente il sabato e/o la domenica in corrispondenza dell’abitato di Avoscan, in territorio del comune di S. Tomaso Agordino, c’è un agente della polizia municipale appostato. Di solito facci attenzione perché lo so che c’è ma può capitare che, viaggiando in direzione Agordo e quindi in discesa, la macchina prenda un po’ di abbrivio e quindi, invece dei prescritti 50km/h si tocchino delle “punte” di 60/65 km/h. Una velocità che, considerando il tratto stradale in questione e le condizioni del manto stradale, della visibilità in estate ecc. non penso possa considerarsi “scriteriata”. Be’, arriva settembre e mi arriva la multa di 50€ dal comune di S. Tomaso. La pago subito; fortuna che non è abbinata ad una decurtazione dei punti in quanto la mia velocità era proprio di 65 km/h. Però c’è un però: mi metto a pensare “ma una misura di questo tipo serve al sacrosanto spirito di tutela del codice e della sicurezza stradale o cosa?” La risposta che mi do, dopo avere riflettuto sulla modalità di appostamento, sulla tolleranza menoma applicata, e su altri elementi, è “o cosa”. Anche qui ho l’impressione che la macchinetta e il vigile siano lì per “fare cassa” più che altro. Infatti, neanche un chilometro più a monte di dove di solito si apposta il vigile, i colleghi alleghese o roccano del sindaco di S. Tomaso hanno pensato bene di non mettere lì uno “sceriffo di Nottingham” con l’autovelox, bensì di installare un semaforo a rilevamento tachimetrico, tra l’altro tarato con una tolleranza decente che non ti ferma con il rosso se arrivi ad una sessantina di kilometri orari. D’altro canto si tratta di una statale, dalla sede ampia e dalle condizioni di manto e visibilità del tutto favorevoli. Stesso semaforo è installato ancora qualche chilometro più a monte, all’ingresso della frazione di Masaré, subito dopo il ponte sulla diga sul lago di Alleghe. Più a monte ancora, sempre per restare sulla statale agordina, semafori tachimetrici sono installati all’entrata e all’uscita dell’abitato di Digonera; il confinante Trentino è stra-pieno di questi semafori ben tarati che costituiscono una buona misura per fare rallentare ragionevolmente i guidatori.
Quindi anche qui l’impressione di essere dei turisti del week-end da spennare è forte, molto forte.Mi rendo conto che S. Tomaso non è così turisticamente ed economicamente strutturato da competere con i vicini Alleghe, Rocca Pietore o Cencenighe e che quindi l’opulenza delle casse comunali ne può risentire, ma alla lunga il fare sentire i turisti indispettiti può portare via dalle casse municipali anche quel po’ che arrivava loro dalla gente “foresta”…
… che poi magari tanto “foresta” non è dato che, nel caso del sottoscritto, fa Manfroi di cognome ed è oriundo agordino di prima generazione.
Forse l’anno prossimo andremo in Trentino. Mi spiace. Ci spiace.

Che dire poi dell’imbarazzante Stars on Ice? Uno spettacolo di pattinaggio artistico andato in scena sul sacro ghiaccio del DeToni? La versione di quest’anno dello show, malgrado animata con effetti speciali e colori ultravivaci da urlo, nomi altisonanti e campioni da tutto il mondo, dal punto di vista del pattinaggio si è dimostrato uno spettacolo per certi versi raffazzonato e messo lì a gusto del turista che magari non ha mai visto un programma di pattinaggio artistico. Memorabili i due programmi di una pattinatrice “campionessa di qua e di là” proveniente dall’Estonia che non è mai riuscita a concludere un salto senza mettere i glutei al fresco sul ghiaccio! E il tutto – si badi bene – per la modica cifra di 17€ a persona (meno male che almeno lì i bimbi entravano gratis): totale per una famiglia 34€.E’ vero: qui l’Agordino magari non c’entra granché ma penso che in questi casi la pro-loco di una delle capitali italiane del pattinaggio su ghiaccio (Alleghe) dovrebbe metterci il naso e fare un controllo di qualità a priori.

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