lunedì 23 giugno 2008

HC VAL RENDENA - SANDA HOCKEY JAGUARS

Amichevole “su ghiaccio”
Risultato: tanti a pochi.

Fa caldo ormai sulla grande metropoli e sui relativi addentellati metropolitani più o meno hinterlandeschi… fa caldo e la città ha il clima simile a quello di una giungla; e benché la celeberrima canzone reciti “in the jungle, the mighty jungle, the lion sleeps tonight” (“nella giungla, nella immensa giungla, il leone riposa questa notte”), i giaguari vegliano e sono più attivi che mai.
E nella loro vitalità cercano refrigerio dalla calura urbana, dagli afrori cittadini, spostandosi in branco verso le lussureggianti foreste di conifere alpine.
Ed è così che un branco di felini sciama, dalla natia pianura padana e sotto l’impulso del pluri-tatuato capo branco Fumaz verso i fondo-valle trentini, destinazione Pinzolo, per la precisione una tana refrigerata che gli umani chiamano “palazzo del ghiaccio” e lì, riaperti i borsoni, rimasti chiusi per troppo tempo ormai, riavutisi in un attimo dai miasmi sprigionatisi, sono pronti a trasformarsi ancora una volta in hockeisti mannari.
Calano le prime ombre sulla città lontana e calano sul ghiaccio le due orde di discatori a contendersi la tenzone, giaguari contro gli “orsi” locali in tenuta verdeblu.
E da subito si capisce che forse con le lame ai piedi i jaguars sono un po’ “fuori dal loro posto”, sono spaesati (non che con le rotelle in genere sia granché meglio, però…) poi la pista è larga, molto larga… e lunga, molto lunga per i giaguari abituati ad operare una guerra di guerriglia nel sottobosco, nello stretto, nel 20x40, per intenderci.
Ma dopo i primi due o tre minuti, o due o tre goal subiti - che è lo stesso, prendono le distanze e cominciano a coprire meglio gli spazi, a serrare le fila, a fare faticare gli orsi bianchi locali che, dal canto loro, continuano a girare con quella coralità, quella giocosità, quelle manovre sornione che producono ancora risultati ma anche qualche contropiede felino che va anche a segno in un paio di occasioni.
Sono tre tempi di gioco che se ne vanno così, con una falsa riga che vede i Jaguars a fare gioco di copertura e ripartenze, i locali dell’hockey Val Rendeva a gestire disco con fraseggi ripetuti e buone azioni corali che coinvolgono gli avanti come i terzini. E che propongono a più riprese un gioco volto a scardinare le marcature fisse a zona dei felini, proponendo delle sovrapposizioni lungo le balaustre… e a proposito di balaustre, lungo tutto l’incontro ripetutamente il palaghiaccio è risuonato degli “splat” che segnalavano l’impatto di qualche giaguaro sul candore dei corrimano, ad indicare ancora – se mai ce ne fosse la necessità – che i giaguari sono animali fatti per lo scatto, per il movimento, certamente non per fermarsi, per arrestare la loro corsa selvaggia e libera!!!
Con una gentilezza squisita che reputo assolutamente impagabile, gli ospiti hanno omaggiato la squadra in trasferta di una carriola piena di ghiaccio e bottiglie di birra che abbiamo razziato in profusione per placare l’arsura agonistica e per facilitare il di-scioglimento dell’acido lattico…
Poi quarto tempo con pizzata tutti insieme e poi ancora birra e altro a profusione nel vortice della vita notturna del “Pinzolo by night”.
Abbondantemente ristorati, quello che rimaneva del branco si è diretto verso il B&B veramente ameno e tranquillo che ci avrebbe ospitati per la notte, per risvegliarci all’indomani con un certo qual rincoglionimento ma tutti con “una faccia allegra da italiano in gita”. Ed in gita siamo andati - prima di affrontare il caos demenziale del traffico del rientro in città - per le valli più nascoste del trentino, per ammirare torrenti impetuosi, maestose conifere, cascate prorompenti ma soprattutto per gustare dei taglieri di salumi e formaggi locali e delle ottime tagliatelle al ragù di capriolo. Ed in fase digestiva mi si è fatto vivo un pensiero che ha allietato il difficile rientro alla normalità urbana e conseguente tran-tran. Il pensiero è: 200 km. di trasferta, conseguenti drammi legati alla necessità di orientarsi con i “navigatori satellitari”, pernottamento in esterna, partita da disputarsi in un ambiente che ci vedeva “fuori posto”, periodo semi-vacanziero, ecc. ecc., però… c’eravamo tutti, mancavano solo due o tre, assenteismo “fisiologico” legato ad altri impegni inderogabili di questi o quello. Come ho già avuto modo di dire al nostro coach nonché “padre spirituale” Vale è un risultato che merita attenta riflessione e che merita anche di essere assaporato da parte dei “padri fondatori” con tutta la soddisfazione del caso, al di là – se vogliamo – dei risultati “su pista”. Ripensiamo a tutto questo quando arriveranno i prossimi momenti di difficoltà per la nostra amata compagine.
Da ultimo come non ringraziare il prode Fumaz – tra l’altro autore di un rigore sbagliato! – per avere tanto insistito per questa amichevole e per avere organizzato tutto in maniera più che egregia, regalandoci un week-end veramente speciale! Da parte mia: grazie di cuore, Teo!





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