martedì 1 marzo 2011

LE CIVETTE (IN VACANZA) SUL COMO'

Anche quest’anno fuori dai play-offs in fase piuttosto precoce. Allora fioccano i “grazie ragazzi per averci creduto”, i “complimenti lo stesso boce perché non avete mollato nella serie”, i complimenti a questo o a quello perché durante i play-offs ci ha messo l’anima, i ringraziamenti al presidente che ha provato di tutto per portare in riva al lago il talento che avrebbe condotto la barca al di là dello scoglio pusterese ecc.
Insomma complimenti di circostanza che, alla lunga lasciano il tempo che trovano. Siamo sicuri che i boce ci abbiano messo l’anima sempre? E “sempre” vuol dire “sempre”, non solo nei play-offs, ma anche nella regular season. Io dico proprio di no. Se così fosse stata non ci saremmo giocati l’accesso ai play-offs al cardiopalma con i cugini cortinesi all’ultima giornata. Se così fosse stato non avremmo attraversato delle lunghe giornate senza punteggi utili nel corso dello svolgimento del campionato. Se così fosse stato, magari invece che ottavi avremmo finito settimi, sesti, quinti e avremmo potuto disputare la prima gara di play-off con una formazione più alla portata rispetto alla corazzata nera-arancio, veramente “stellare” quest’anno.
Il problema è sempre quello di svegliarsi quando ormai forse è troppo tardi. E’ anche quello di passare le prime giornate di gioco in completa anamnesi per poi essere costretti ad un campionato di rincorsa, in affanno, con stranieri che, notato l’andazzo, si scazzano e si defilano versi altri lidi… E quindi arrivare a fine stagione già belli “cotti”, invece che pimpanti, rinfrancati nel morale dalla serie di vittorie all’attivo e con un ambiente saldo, coeso e ragionevolmente fiducioso.
E’ la stessa cosa che si ripete anno dopo anno, stagione dopo stagione. Con alti e bassi, acuti e “stecche”… ma la canzone è sempre quella.
Tanto poi ci sono sempre (e sempre ci saranno) i ragazzi che affluiranno al DeToni o nelle altre piste ghiacciate, perché succubi del fascino della maglia bianco-rossa, perché il brivido ghiacciato che provano quando vedono giocare l’Alleghe è veramente impagabile, perché sono eredi di una tradizione agordina e forse bellunese che va avanti più o meno stancamente da decenni, senza soluzione di continuità. Semplicemente perché il tifoso è così: ama la sua squadra anche e soprattutto se ti fa soffrire; anzi forse soprattutto quando ti fa soffrire, un po’ come quelle ragazze che se la tirano e non ne vogliono sapere di te che gli muori dietro.

E allora, andiamo pure in vacanza, lasciamo da sportivi facendo i complimenti ai lupi pusteresi e facendo un grosso in bocca al lupo ai “fratelli” della Valpe (loro sì che avrebbero qualcosa da insegnarci!), e…. SEMPRE FORZA ALLEGHE!!!

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